Luogo: Associazione Culturale Malacarne-Verona
Tempo: Da ottobre a maggio. Ogni mano che dipinge avrà a disposizione un mese di visibilità prima che il suo lavoro venga definitivamente distrutto o contaminato.
Spazio: ancora da definire se sotterraneo (causa umidità e sgretolamento), in ogni caso completamente vuoto da riempire e sovraccaricare, gradita e stimolata la totale sperimentazione con ogni possibile segno, traccia del passaggio della mano, del corpo di chi lo riempirà di volta in volta.
Tutto lo spazio è a disposizione (soffitto compreso e consigliato) per essere occupato, invaso, aggredito.
Colori previsti: bianco/nero. Ogni mano che dipinge, traccia, disegna, si troverà a distruggere o contaminare il lavoro precedente; solo chi inizia si troverà di fronte ad uno spazio completamente bianco o nero.
Idea: Work in progress, o meglio in fieri, di distruzione di superficie dello spazio per la creazione di uno spazio simbolico.
Messa a morte dell’idea dell’opera quale feticcio che eternizza l’artista, non c’è opera vendibile e nessun artista che verrà reso eterno perché non c’è opera permanente.
Il processo di otto mesi si concluderà con un’imbiancata collettiva dello spazio.
Quello che rimarrà a parte il ricordo dei presenti sarà un filmato accelerato delle varie azioni e sovrapposizioni dei lavori che restituisca il senso della trasformazione.
DEAD LINE: NON E’ UN BANDO! I nomi delle mani partecipanti verranno segnalati entro metà settembre.
PER UNA LIBERA DIFFUSIONE DEL CONTAGIO
PER UNA LIBERA DIFFUSIONE DEL CONTAGIO
Ovvero come ti distruggo un’opera
Luogo: BarAssociazione Culturale Malacarne - Verona
Tempo: Da Ottobre 2010 a Maggio 2011.
Ogni mano che dipinge o crea avrà a disposizione un mese di visibilità prima che il suo lavoro venga definitivamente distrutto o contaminato.
Ovvero come ti distruggo un’opera
Luogo: BarAssociazione Culturale Malacarne - Verona
Tempo: Da Ottobre 2010 a Maggio 2011.
Ogni mano che dipinge o crea avrà a disposizione un mese di visibilità prima che il suo lavoro venga definitivamente distrutto o contaminato.
Informazioni personali

- amMALArti
- BarAssociazione Malacarne via S.Vitale 14/A - VERONA http://www.malacarne.it/
lunedì 16 agosto 2010
sabato 14 agosto 2010
AM-MALARTI (divagazioni sul tema)
Presenta:
LEZIONI DI CINISMO
La ricerca dell’autenticità e dell’immediatezza
La ricerca di un fatto effimero, che dura un secondo e non ci lascia nessun residuo e una volta finito può solo aggrapparsi al suo ricordo.
Non potrai mai prevederne il risultato, non hai il controllo.
La non eternità dell’opera sottolinea la contigenza di un’arte fatta in presenza e a termine.
L’elemento del non perenne è molto importante perché apre lo spazio ad un tipo di arte che non ha la pretesa di imporsi nella storia, un’arte che torna a camminare con i piedi, più sensata, a misura umana, dove l’esperienza è rimandata ad un incontro, ad una presenza temporanea dello spettatore e al suo racconto.
Questa modo di concepire l’arte è stato estremizzato da Gustav Metzger attraverso la sua teoria dell’arte autodistruttiva.
Egli diede l’avvio negli anni ’60 ad un movimento artistico composto da una sola persona e fondato sulla convinzione che la disgregazione, l’assoluta non perennità dei materiali costituiva uno degli elementi più importanti per l’arte del ventesimo secolo.
Al di là delle evidenti intenzioni politiche di Metzger molto vicine al movimento situazionista, l’odio e il disprezzo per i mercanti d’arte, l’interessamento all’urbanistica, il rifiuto dei ruoli, Stewart Home scrive:
“la sua estetica della revulsione come una terapia contro l’irrazionalità del sistema capitalistico e della sua macchina bellica” .
Volontaria non eternità dell’opera d’arte.
La ricerca dell’hic et nunc, il trascinarsi fino al limite, dove il livello di arrivo non è mai totalmente sotto controllo e quindi imprevedibile.
LEZIONI DI CINISMO
La ricerca dell’autenticità e dell’immediatezza
La ricerca di un fatto effimero, che dura un secondo e non ci lascia nessun residuo e una volta finito può solo aggrapparsi al suo ricordo.
Non potrai mai prevederne il risultato, non hai il controllo.
La non eternità dell’opera sottolinea la contigenza di un’arte fatta in presenza e a termine.
L’elemento del non perenne è molto importante perché apre lo spazio ad un tipo di arte che non ha la pretesa di imporsi nella storia, un’arte che torna a camminare con i piedi, più sensata, a misura umana, dove l’esperienza è rimandata ad un incontro, ad una presenza temporanea dello spettatore e al suo racconto.
Questa modo di concepire l’arte è stato estremizzato da Gustav Metzger attraverso la sua teoria dell’arte autodistruttiva.
Egli diede l’avvio negli anni ’60 ad un movimento artistico composto da una sola persona e fondato sulla convinzione che la disgregazione, l’assoluta non perennità dei materiali costituiva uno degli elementi più importanti per l’arte del ventesimo secolo.
Al di là delle evidenti intenzioni politiche di Metzger molto vicine al movimento situazionista, l’odio e il disprezzo per i mercanti d’arte, l’interessamento all’urbanistica, il rifiuto dei ruoli, Stewart Home scrive:
“la sua estetica della revulsione come una terapia contro l’irrazionalità del sistema capitalistico e della sua macchina bellica” .
Volontaria non eternità dell’opera d’arte.
La ricerca dell’hic et nunc, il trascinarsi fino al limite, dove il livello di arrivo non è mai totalmente sotto controllo e quindi imprevedibile.
giovedì 12 agosto 2010
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